Storia Della Musica Afro
Fonte: AFROZONE (tanks)
Le origini del nome
Il nome "musica afro" si dice sia dovuto al dj Daniele Baldelli considerato il massimo esponente del genere, che all'epoca si esibiva ai piatti nel locale Baia degli Angeli di Gabicce; dalle sue parole si capisce come il suo genere non aveva sostanziali collegamenti con la vera e propria musica africana (afro-pop, o in generale musica etnica di origine africana) come farebbe pensare il nome, ma fu il pubblico a dare a questo tipo di musica tale denominazione:
« forse perché misi qualche disco tipo Soul makossa di Manu Dibango, e allora tutti quanti "ah questa è afro" »
(Daniele Baldelli)
Uno dei fini della musica afro era il tentativo di concepire in maniera innovativa la figura del Disc Jockey: sperimentare nuove soluzioni, nuove tecniche e soprattutto dischi che potessero sorpendere il pubblico, svariando dalla disco di importazione americana a produzioni europee, nonostante le difficoltà del periodo per reperire dischi import, o anche autoproduzioni e remix degli stessi DJ su versioni precedenti. La afro si contraddistinse anche per la capacità di andare oltre al suono dato dai dischi debitamente mixati, giungendo all'utilizzo di nuova strumentazione offerta dalla tecnologia come drum machines, sintetizzatori o equalizzatori usati in modo "artistico" per ottenere particolari filtraggi del suono. Ma la tecnica che contraddistingue l'afro è quella di far suonare dischi-mix da 45 giri a 33 (o viceversa) ed ottenere da dischi conosciuti nuovi suoni e nuove atmosfere.
I Locali Storici
L’incontro di questa cultura musicale con il fenomeno dell Discomusic determina la nascita del funky ... le sonorità originali si ammorbidiscono e nascono pezzi concepiti per far ballare la gente e quindi molto coinvolgenti confluiscono su basi ritmiche comuni sonorità Soul, Disco e Pop-Rock. Tra i locali, che all’epoca proponevano un sound particolarmente raffinato vi erano il Tabù Club di Cattolica situato proprio nel centro della cittadina romagnola, che aveva nella programmazione musicale, curata da un esordiente Daniele Baldelli, influenze Funky, Soul, Blues e Pop e la Baia degli Angeli di Gabicce (PS), che con il duo americano Bob Day & Tom Season proponeva Discomusic e Philadelphia .
Proprio la Baia fu il locale che impose nuove regole e nuove tendenze, infatti fu il primo locale che apriva tardi (dopo mezzanotte) e chiudeva tardi. Siamo nel 1976, la Baia degli Angeli è ormai un fenomeno di tendenza: grandi assembramenti di folla sulla via panoramica che conduce al locale, illuminazione a giorno e una consolle di tutto rispetto con un certo Claudio Rispoli in arte DJ Mozart.
Proprio Bob & Tom, in scadenza di contratto, sentirono suonare Baldelli al Tabù e lo invitarono alla conduzione della consolle della Baia nel 1977. Il 1977 e il 1978 furono gli anni di una vera e propria consacrazione del locale di Gabicce ... Baldelli e Mozart introdussero nella loro programmazione esclusivamente Funky e Discofunky e la Baia divenne un vero mito di questi anni: musica veloce, orari di apertura stravolti, luci e watt di potenza eccezionali. Tra le feste alla Baia, quella sicuramente, tra le più riuscite fu il Marylin Party con gigantografie dell’attrice che tappezzavano ogni angolo del locale.
Nel 1979 a Lazise sulla sponda veronese del lago di Garda si cerca di creare un nuovo locale alternativo, la cui musica innovativa deve essere l’elemento trainante del progetto ... nasce così il Cosmic.
La discoteca omologata per 1000 persone non aveva posti a sedere e una pista che ne conteneva 700. L’impianto audio, tra i più potenti dell’epoca, si avvaleva di casse JBL e amplificazione Mcintosh. La scelta dei DJ’s si orienta su Daniele Baldelli che aveva terminato il suo periodo alla Baia, affiancato nel 1980 anche da Claudio Tosi Brandi TBC, giovane disc jockey funkattaro che ben aveva figurato tempo prima al Papillon di Riccione; con loro a supporto suonavano anche Marco Maldi e Gianni Maselli. L’interesse per il fenomeno Cosmic si ha subito la prima sera dell’ innaugurazione, che per la forte affluenza di pubblico si è dovuta ripetere per 4 serate consecutive. Anche se si possono distinguere vari periodi nella storia musicale del Cosmic, da quello prettamente funky del ’79, al Pop di Mike Oldfield nel ’80, a quello elettronico del ’82, venne elaborato un sound tutto particolare che spaziava dal Bolero di Ravel sovrapposto ad un brano degli Afrika Djole, oppure un pezzo sperimentale di Steve Reich sul quale si mixava un canto malinke della nuova guine, oppure estraendo l’africa nei Depeche Mode suonandoli a 33 giri anzichè 45 e ancora unendo su uno stesso pattern di batteria elettronica una ventina di brani africani ... nasce così il cosmic-sound, cioè l’insieme di musica elettronica, afro, etnica, indiana, reggae, funk. Un’altra particolarità’ del Cosmic, era l’utilizzo dell’equalizzatore usato come strumento musicale; intervenendo ritmicamente su tasti e cursori si manipolavano le varie frequenze creando accentuazioni su una voce o su un basso, stravolgendo e caricando il brano che sembrava cosi remixato dal vivo. Ben presto il fenomeno «Afro» si spinge dall’italia alla austria e poi alla germania 1990 (Stefan Egger)
Proprio in austria, nel 1980, precisamente in un club di Innsbruck il Galaxy
Tra il 1980 e il 1983 arriva l’onda di interesse del pubblico discotecomane per il fenomeno Afro. Nascono in questi anni molti club destinati a diventare veri e propri templi della musica Afro.
In provincia di Brescia a Bedizzole apre i battenti un’altro storico club, il Les Cigales ... una consolle di tutto rispetto con resident DJ Rubens
nasce musicalmente Stefan Egger ... sarà il trascinatore dell’afro sound al di fuori dell’italia
nasce nell’estate del 1980 anche il Melody Mecca di Rimini,riscontrando un enorme successo per la sua architettura stile orientale e per la sua posizione strategica a pochi km dal mare. La musica è scelta da DJ Pery. In provincia di Mantova a Castelgoffredo vi è un locale storico (dal 1966) il Sayonara,
spostandoci solo di pochi chilometri a Castiglione d. Stiviere
nel 1981 nasce Melamaralocale che vide imporsi al pubblico afromane Rudy Franceschi come resident, supportato da Joele. Qui periodicamente suonava anche Roberto Lodola.
Nel bolognese, precisamente a Baricella c’è il Pap, in questo locale all’epoca poco conosciuto lavora DJ Meo; proprio da un’idea di Meo e del proprietario del Pap, Bibi Ballandi, nasce il Chicago, tra i DJ’s resident oltre a Meo arrivano Spranga e Ebreo
Il Vinaville (o Verdeluna o Thriller) a Imola (BO) propone all’inizio degli anni 80 una buona alternativa al commerciale con DJ Mozart, così come l’arlecchino a S. Maria co di Fiume (FE) con DJ Lelli, destinato a diventare uno dei più grandi teatri del funk più nero. In riviera adriatica vi erano altri locali afro-funky, il Manhattan, il cui logo era rappresentato da imponenti grattacieli newyorkesi, il <strong>Bobo di Misano, lo Shampoo di Torre Pedrera e il Boomerang di Calcinelli (PS) con Fabrizio Fattori. In Piemonte l’afro si suonava nel torinese con Sergio Flash al Big Nephenta e anche a Beinette (CN) al Big Apples.
Il 1983 vide il battesimo di un altro grande club, nasce infatti a Solesino (PD) l’Arena.
Nel 1983 uno dei più grandi impresari italiani di manifestazioni afro Renato Curatola da il via ai grandi raduni all’aperto; nasce nell’estate di quest’anno woodstock dj, presso lo stadio comunale di Rimini, la manifestazione raduna tutti i più grandi dj’s d’italia e lascia spazio anche a gruppi di percussionisti il 1983 segna la nascita dell’unica emittente radiofonica che si è occupata in maniera approfondita del fenomeno musicale afro. Nascono nella primavera di quest’anno infatti le trasmissioni di rete Radio Azzurra di Montichiari (BS), classifiche afro o funky con Fulvi, Marco Biondi, Rudy F. e la notte musica mixata dai più grandi dj’s.
Nel 1985, proprio in concomitanza con la chiusura di molti locali storici come il Cosmic, il Les Cigales e poco dopo anche il Typhoon apre i battenti un altro locale destinato a fare storia, nasce infatti adArco (TN) lo Spleen, nel lontano 1986, Bibo Nigra Vox è stato il dj che il locale ha interpellato per la programmazione afro, tutto questo fino 1988, e dopo DJ Corrado resident.
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